Testo completo
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Emanuele Virgilio
(Venosa 1868 – Tortolì 1923)
Nacque il 3 agosto del 1868 da Teresa D’Andretta e da Antonio, negoziante di tessuti, originario di Canneto di Bari. Sin dalla tenera età dimostrò particolare inclinazione verso la vita sacerdotale. Fu affidato alle cure di un cugino della madre il can. Saverio D’Andretta, che seguirà fino all’ingresso in seminario, dal quale uscì presbitero il 22 maggio 1891. Svolse, sin dall’inizio, il suo ministero sacerdotale come insegnante di lettere presso il seminario vescovile, di cui in seguito diverrà rettore.
Dotato di grandi capacità organizzative si adoperò per riportare il seminario di Venosa al suo antico splendore, riorganizzandolo su nuove basi secondo moderni criteri didattici e di gestione. Non si limitò solo alla cura spirituale delle anime, ma si interessò anche dei bisogni materiali dei fedeli della diocesi, convinto che sarebbe stata molto più credibile la sua predicazione se avesse preso parte fattivamente alla vita ed ai problemi presenti nella società del tempo. In tale quadro d’intenti, ideò e concretizzò l’istituzione della Cassa Rurale S. Felice (1900) al fine di venire incontro ai bisogni creditizi dei piccoli proprietari della terra che, solitamente, erano vittime di una pratica largamente diffusa, l’usura. La Cassa mirava, inoltre, a porre un freno al crescente flusso migratorio che in quegli anni era molto forte.
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Nella sua incessante attività trovarono spazio anche altre iniziative coraggiose per quei tempi e tutte rivolte allo sviluppo sociale dell’ambiente in cui viveva. Promosse forme di cooperazione tra i giovani, forme di emancipazione per le donne, inviandone alcune a fare esperienze di lavoro nel Nord Italia. Si adoperava in tanti modi per la giustizia sociale partecipando al dibattito che in quegli anni si svolgeva in Italia attorno alla Questione Agraria. L’impegno sociale non lo distrasse tuttavia dall’interessamento per le sorti della diocesi di Venosa che rischiava di essere soppressa, decisivo fu il suo interessamento diretto presso il papa Pio X. Fu nominato vescovo nel maggio del 1910 ed inviato in Sardegna nella regione dell’Ogliastra (attuale provincia di Nuoro). Nella nuova veste continuò la sua infaticabile opera di redenzione sociale. Si fece promotore dell’istituzione del Seminario Agrario di Arzana, che divenne ben presto luogo di formazione e fonte di sviluppo economico e sociale per l’intera area. Morì a Tortolì in provincia di Nuoro il 27 gennaio 1923.